Ricordo ancora il mio primo incontro con l'Ortho-Bionomy®. Avvenne
una decina di anni fa, in un momento in cui non sapevo esattamente cosa
volessi farne della mia vita. L'unica cosa che avevo per la testa in quel
periodo era migliorarmi come cantante per ottenere stima dagli amici che
componevano la band. Forse per essere "visto". Quindi sotto consiglio della
mia insegnate di canto, la quale riteneva avessi troppa rigidità nel corpo a
discapito di una voce forte e libera, mi sottoposi ad un trattamento di Ortho-
Bionomy® per migliorare le tensioni (per lo più emotive) che avevo. Non
conoscevo la tecnica, nemmeno avevo mai ricevuto alcun tipo di terapia
manuale, ma del resto ero disposto a tutto pur di migliorare. Ed ecco,
avvenne la mia prima seduta da cliente con quella che poi diventò la mia
terapista… e successivamente amica e collega. Non saprei tutt'ora
descrivere in pieno cosa avvenne su quel lettino. Anche da operatore è
spesso difficile esprimere a parole le varie sfumature di un trattamento come
questo. Fatto sta che percepii di essere "visto", o per lo meno ascoltato.
Fu una grande sorpresa inaspettata. Le tensioni si erano allentate con facilità
e spontaneità. Senza di esse sentivo di "abitare" differentemente il mio corpo.
Seguirono ovviamente altre sedute che mi portarono ad un grande
miglioramento fisico, emotivo e… come volevo, canoro.
Non ci volle molto prima che, più presente in me stesso, capii di non dover
migliore solo per gli altri e che nessuno poteva realmente "vedermi" se non
iniziavo a farlo io. Era probabilmente scattato un meccanismo introspettivo
che metteva in luce il perché facessi certe cose anziché altre.
Mantenendo quell'ascolto di me, divenne automatico osservare che il mio
lavoro da ufficio in cui ero laureato non mi faceva stare bene e non mi
interessava. Lo lasciai a breve ed iniziai ciò che negli ultimi anni aveva
catturato il mio interesse: quello che mi aveva fatto cambiare prospettiva,
ovvero l'Ortho-Bionomy®. Ero troppo incuriosito dalla magia che
circondava ogni volta la seduta. Inoltre pensavo che se aveva fatto stare
meglio me potevo contribuire a fare stare meglio qualcun altro in futuro.
Anche solo per trasmettergli un "sono qui e ti vedo". I corsi e l'incontro con il
mio insegnate determinarono una svolta decisiva nella mia vita: non solo
apprendevo una tecnica, un futuro lavoro, ma ero portato ad ascoltarmi
sempre di più e a lavorare su me stesso. Non si può imparare un principio
universale senza diventarne una sua parte. Così da diplomato, durante i
trattamenti che ho iniziato a fare sempre più di frequente, ho avuto modo di
ammirare come funziona questo Principio. Semplicemente scorre attraverso
di te. La meraviglia di sentire la vita fluire e pulsare sotto le proprie mani
non ha prezzo. Così come la sacralità di divenire uno strumento di un
qualcosa che è sempre "lì" e che ha solo bisogno di una piccola spinta per
svilupparsi e riordinare i pezzi del puzzle. Che ha bisogno di noi, nella nostra
presenza, per poter ri-regolare e ri-armonizzare.
La tecnica, lo riconosco, non è molto conosciuta. Ma le persone che vengono
a farsi trattare sentono questa atmosfera particolare: percepiscono che è un
trattamento diverso seppur non colgano del tutto cosa stia accadendo. Ma va
bene così, è il mistero della Vita dopotutto. È così anche per noi operatori. È
sempre magico. Sono fortunato a poter fare questo lavoro a oggi. Il
nutrimento ottenuto non è paragonabile a quello di un lavoro da ufficio,
seppur per certi versi più "riconosciuto" e… "visto".
Mauro Caldera Cantante e Operatore Ortho-Bionomy®